Anna Oliviero Ferraris afferma: “In nessun’altra manifestazione le ossessioni o le fobie, il timore della realtà circostante e l’inconscio desiderio di modificarle, acquistano un tale risalto come nei disegni”.
Nell’arteterapia l’arte diviene il centro assoluto di un processo, un nuovo linguaggio che presenta al suo interno, per sua natura, dei risvolti terapeutici: “è capace di mettere armonia nel disordine, attraverso l’organizzazione di forme, è un equilibrato rapporto tra confusione e controllo, è turbamento corretto con i confini, è scarica delle tensioni, è rappresentazione dei pensieri.” (De Gregorio). L’obiettivo generale delle artiterapie è quello di utilizzare le arti con le loro regole per entrare in comunicazione con la persona che esprimerà le sue difficoltà, esigenze e problematiche attraverso forme slegate, sgrammaticate; è a questo punto che l’intervento dell’arteterapeuta diventa un accompagnamento rispettoso delle richieste fatte dall’utente e si struttura all’interno di uno spazio creativo al cui interno il soggetto impara ad organizzare prima i colori e le forme, poi parti di sé, riuscendo a mettere a fuoco parti del proprio mondo interiore o ad avere relazioni con il mondo esterno, reale.
In particolare, per i bambini e i ragazzi, oggi i modelli scolastici non sempre rispondono a bisogni emotivi e personali, infatti capita che utilizzino modelli direttivi che imprigionano il soggetto in una gabbia di doveri e di regole inficiando la sua evoluzione e lo sviluppo dell’individualità.
Di conseguenza l’Arteterapia acquista significativa importanza anche come momento libero da costrizioni, di creazione spontanea, di libera esternazione del proprio immaginario; rappresenta uno strumento per la maturazione e lo sviluppo del bambino, oltre ad essere un indice del suo stato emotivo e del suo adattamento e inoltre rappresenta un mezzo d’indagine e di scambio con l’ambiente sociale e con il mondo circostante.